Sommario

  • Cosa sono
  • Come si riproducono
  • Come si nutrono


Cosa sono

I funghi non sono né piante, né animali, ma qualcosa di diverso.  

Costituiscono un particolare raggruppamento di esseri che si distinguono dagli altri organismi viventi sia per l’organizzazione cellulare che per il comportamento.

Tutte le diverse specie di funghi, sia quelli macroscopici che microscopici, sono privi di clorofilla e quindi non fotosintetici, a vita eterotrofa1: come gli animali, dipendono per la loro nutrizione da sostanze organiche preformate assorbendo i nutrienti direttamente dal substrato dopo aver secreto degli enzimi digestivi.

La loro sopravvivenza non dipende perciò dalla presenza della luce ma dagli altri organismi viventi e/o dai materiali da essi derivanti e quindi dalla disponibilità di materiale organico già formato.  

Nella classificazione degli esseri viventi, fino a non molto tempo fa, i funghi, per la loro immobilità, venivano paragonati a dei vegetali molto atipici in quanto sprovvisti di clorofilla e pertanto furono inseriti nel Regno Plantae: Successivamente è stato scoperto che, come gli animali, sono organismi eterotrofi, incapaci di realizzare la fotosintesi e che traggono l'energia necessaria alla sopravvivenza dalla trasformazione di sostanza organica, mentre i vegetali sono “autòtrofi2 e producono il loro nutrimento mediante il processo di fotosintesi in quanto sono in grado di utilizzare direttamente l’anidride carbonica atmosferica (CO2), quale fonte di carbonio, per la produzione di sostanze organiche con funzione energetica.

A causa di tale incapacità i funghi, per vivere, si comportano come o saprotrofi, o parassiti o simbionti.

I funghi assorbono gli alimenti attraverso la superficie del corpo vegetativo ma in questo modo possono introdurre solamente piccole molecole come gli zuccheri semplici (glucosio) e gli amminoacidi.

Per poter utilizzare le sostanze organiche molto più complesse (come l’amido, la cellulosa, la lignina, le proteine, etc.), così frequenti in natura, essi producono e riversano all’esterno delle loro “cellule” particolari enzimi litici capaci di attaccare le grosse molecole, frazionandoli in composti sempre più semplici fino a ridurle a molecole più piccole e facilmente assorbibili; in definitiva si tratta di una vera e propria digestione extracellulare.

Alla luce di quanto detto, i funghi si differenziano non solo dalle piante, in quanto incapaci di effettuare la fotosintesi clorofilliana, ma anche dagli animali i quali prima ingeriscono e successivamente digeriscono.

Invece i funghi prima digeriscono a livello extracellulare e poi assimilano attraverso le pareti cellulari.

Pertanto oggi gli studiosi, per queste caratteristiche particolari, considerando dunque le loro differenze sia nei confronti delle piante che degli animali, hanno creato un regno apposito autonomo, ovvero quello dei Funghi (Regno Fungi).

I funghi, hanno pertanto un regno tutto per loro!

Questo perché non sono né piante, né animali, ma qualcosa di diverso.

Appartengono a questo Regno organismi etero-osmotrofi che presentano una organizzazione strutturale unicellulare o levuliforme (come nel caso dei lieviti) oppure una struttura pluricellulare filamentosa (detto micelio) costituita da sottili cellule allungate (dette ife), come nel caso dei funghi superiori.

Organismi, sì molto diversi tra loro, ma accomunati, da:

•       Completo eterotrofismo. Infatti, come gli animali, non sanno produrre i nutrienti necessari per vivere e sempre come gli animali (a differenza delle piante) non hanno bisogno della luce per sopravvivere.

•       Parete cellulare costituita da chitina.

•       Assenza di strutture complesse e differenziate in organi.

•       Riproduzione mediante spore che vengono affidate al vento o agli animali.

•       Assenza di movimento, a differenza degli animali.

In generale si è notato che sono più vicini al Regno animale che a quello vegetale.

In questa trattazione ci occuperemo solamente dei funghi superiori destinando l’esposizione di quelli inferiori in altra sede.

I funghi superiori che ritroviamo nei boschi e raccogliamo sono organismi che possiedono un corpo prevalentemente sotterraneo con il quale penetrano nel substrato di cui si nutrono (funghi saprotrofi come, ad esempio, i comuni “prataioli”3) oppure entrano in contatto con le radici di numerose piante da cui prendono il nutrimento, ma con un rapporto di reciproco vantaggio (funghi simbionti come, ad esempio, i “porcini”4, i tartufi5, i “galletti” o “finferli”6, etc.), oppure si sviluppano nei tessuti di altri esseri viventi parassitando spesso il fusto e/o le radici degli alberi (funghi parassiti come, ad esempio, i “chiodini”7).

Boletus aereus

In tutti i casi, il vero corpo del fungo è il cosiddetto micelio costituito, come già detto, da un complicato intreccio di microscopici “tubicini” (le ife) con i quali l’organismo esplora l’ambiente e colonizza il substrato dal quale trae nutrimento.

Il micelio appare come una muffa che di solito lo ritroviamo sotto le foglie umide oppure alla base del gambo dei funghi.

Mentre quelli che noi comunemente chiamiamo funghi, raccogliendoli nei boschi per poi commercializzati od utilizzati per scopi culinari (come ad esempio il classico “porcino” 4, il famoso “prataiolo” 3, il ricercato “galletto” 6, “l’ovolo buono” 8, la “mazza di tamburo” 9, etc.) non sono altro che le strutture, di dimensioni tali da essere visibili ad occhio nudo, necessarie al micelio (sotterraneo e/o nascosto nel legno colonizzato) per produrre e diffondere nell’ambiente circostante le spore.

Macrolepiota procera              Cantharellus cibarius          Agaricus porphirrhyzon          Amanita caesarea

Questa parte visibile del fungo prende il nome di carpoforo o più propriamente di sporoforo.
Per concludere questa parte introduttiva, possiamo affermare che i funghi, oltre a svolgere un ruolo importantissimo nell’economia della natura, quali decompositori della materia organica o simbionti delle piante a livello delle radici aiutando le piante ad assorbire l’acqua, hanno influenzato ed influenzano tutt’oggi notevolmente le attività e gli interessi dell’uomo, determinando sia vantaggi10 che svantaggi11.

 Chiudiamo questo capitolo con un dato statistico: si stima che ci siano circa 1.400.000 di specie di funghi al mondo, dai giganti africani Termitomyces titanicus (con cappelli larghi addirittura oltre un metro e che vivono in Africa), alle microscopiche muffe, come la Penicillium notatum, da cui

il Premio Nobel per la Medicina nel 1945, lo scozzese Alexander Fleming (1881 - 1955) ha ricavato la penicillina, il primo antibiotico che ha curato e cura tuttora molte malattie.

Si stima dunque, sempre in base al dato comunicato poco sopra che soltanto il 5% dei funghi totali è

stato identificato e catalogato dagli studiosi di tutto il mondo: 75-80.000.

Rimane ancora oggi un Regno fitto di misteri.


Come si riproducono

Il micelio fungino si sviluppa nel terreno o in qualsiasi altro substrato adatto alla crescita e quando le condizioni di nutrizione, di umidità e temperatura sono adatte, allora è pronto a riprodursi. 

In questo capitolo non parleremo della riproduzione asessuata che è molto comune nei funghi inferiori ovvero quelli microscopi­ci e che normalmente vengono definiti muffe, in quanto questo tipo di funghi non saranno oggetto di una nostra discussione. 

Invece descriveremo di seguito la riproduzione sessuale (Fig. 1), che è tipica dei funghi superiori (cioè quelli che ci interessano più da vicino) e che prevede il mescolamento del cor­redo cromosomico dei due genitori contenuto nelle spore. 

Le spore sono cellule prodotte dal fungo quando esso è maturo. 

A questo punto illustriamo brevemente il percorso di una spora che, dopo aver volato nell’aria, si deposita nel terreno e terminerà la sua fase, dopo aver trovato le condizioni ideali di calore e umidità, prima germinando e poi generando prima le ife, poi il micelio e quindi lo sporoforo (quello che noi impropriamente chiamiamo fungo) che darà origine a sua volta a nuove spore che ripercorreranno lo stesso ciclo della spora madre. 

Fig. 1 – Schema riassuntivo del sistema riproduttivo dei funghi basidiomiceti (elaborazione grafica C. Papetti) – tratto da www.ambbresadola.it

Per un maggior approfondimento su questo argomento consigliamo di consultare il sito dell’A. M. B. al seguente indirizzo:

https://www.ambbresadola.it/micologia/ciclo-riproduttivo


Come si nutrono

“… L’ecologia dei funghi è un argomento molto complesso, ancora oggi in corso di approfondimento, che comprende: 

1) lo studio delle specie di funghi1 presenti in un determinato territorio e dei loro popolamenti;

2) lo studio delle “micocenosi” 2 - 3 cioè di quelle particolari associazioni di popolamenti fungini, costituite da funghi di diversa specie, la cui presenza e prevalenza caratterizza un particolare habitat, risultando condizionata da determinati fattori ambientali4;

3) lo studio delle modificazioni delle dinamiche di sviluppo dei popolamenti fungini e quello delle loro associazioni5;

4) lo studio dei rapporti biotici che intercorrono tra i vari funghi e tra questi ed altri organismi viventi;

5) lo studio del ruolo esplicato dai funghi nel controllo dei flussi di materia e di energia all’interno degli ecosistemi6;

6) lo studio del biochimismo fungino nell’ambiente. … 

tratto da Emmanuele Roca - La raccolta dei funghi tra passione, rispetto per l’ambiente e sicurezza - http://www.agricoltura.regione.campania.it/pubblicazioni/pdf/raccolta_funghi.pdf

Tuttavia in questa sede illustreremo solamente l’importanza delle relazioni che i funghi stabiliscono con gli altri componenti biotici ed il ruolo che essi svolgono nell’ambito dell’ecosistema forestale.

Una volta che abbiamo appurato che ogni tipo di fungo spunta in un periodo dell’anno ben preciso, e cioè solo quando le condizioni di umidità e di temperatura sono ottimali per la sua crescita ed avendo appurato e costatato che in natura non esistono composti organici che non possano es­sere utilizzati dai funghi come fonte di energia per poter vivere, possiamo affermare che i miceti, a seconda dei componenti presenti nel substrato di crescita, traggono il nutrimento per sopravvivere in tre modi diversi comportandosi da:

saprotrofi (Fig. 2), se utilizzano, per il loro nutrimento, sostanze organiche in decomposizione, morte; essi hanno un importantissimo ruolo ecologico: quello di riciclare i materiali che si accumulano nel terreno e nel sottobosco quali tronchi, rami di alberi, lettiera, rifiuti organici, etc.; tipici funghi saprotrofi sono il prataiolo (Agaricus spp.), la mazza di tamburo, etc.

parassiti (Fig. 2), se si nutrono a spese di altri organismi viventi a cui arrecano danno, malattia, portandoli spesso alla morte, per esempio l’Armillaria 7   (il classico chiodino) e congeneri e tutti i funghi fitopatogeni;

simbionti (Fig. 2), se vivono in associazione con un vegetale con cui instaurano un rapporto di mutuo scambio, rapporto che risulta vantaggioso per entrambi gli esseri in quanto non antagonisti fra loro. Realizzano particolari associazioni con le radici delle piante, denominate micorrize. Tipici esempi di funghi simbionti sono i porcini (Boletus edulis), i galletti, le russule, i lattari, ecc.

Avendo preso atto che i funghi rivestono un ruolo fondamentale nei cicli naturali per le loro peculiari modalità di nutrimento, vediamo di analizzare ad una ad una tutte queste associazioni.


Fig. 2 – Schema riassuntivo dei sistemi nutrizionali dei funghi (elaborazione grafica C. Papetti) –  tratto da www.ambbresadola.it

I funghi saprotrofi8 (Fig. 2) sono quei funghi che decompongono e si nutrono di qualsiasi materiale organico morto presente nell’ambiente o di prodotti di scarto dei viventi; disaggregando la sostanza organica, i saprotrofi riciclano tale sostanza trasformandola in sali minerali; in tal modo il terreno non solo viene reso nuovamente fertile per una ottimale crescita delle piante che riutilizzano i sali minerali ma anche è mantenuto in buone condizioni di illuminazione e di apporto idrico in quanto si evita l’accumulo di detriti. In parole povere i funghi saprotrofi sono gli spazzini dell’ecosistema e contribuiscono (con l’aiuto anche dei batteri) al ricircolo del carbonio, dell’azoto e di altri minerali nutritivi per le piante.

Esistono diverse categorie di funghi saprotrofi specializzati ad aggredire e decom­porre le sostanze organiche più diffuse:  

i funghi xilofagi o lignivori, i quali utilizzano i principali componenti del legno come la lignina, la cel­lulosa e l’emicellulosa. Questa azione di demolizione avviene sempre in collaborazione con nu­merose forme di vita come i lombrichi, le formiche, gli acari che partecipano tutti insieme alla degra­dazione della materia organica. Tutto ciò consente di attivare un procedimento a cascata completato dai batteri: infatti dopo l’azione di un fungo specializzato nella degradazione di un determinato composto organico, subentrano altri funghi e batteri che proseguono e completano l’opera di demolizione fino alla totale mineralizzazione della materia di partenza. A questo punto gli elementi di partenza diventano nuo­vamente disponibili per le piante che li riutilizzano per le loro funzioni biologiche;

i funghi superficiali o della lettiera sono quelli che vivono nello strato di sostanza organica che ogni anno giunge al suolo di un bosco. La lettiera diventa così il serbatoio di minerali che reintegra il terreno con l’unica condizione che questa sia però degradata dagli organismi che vi risiedono, compresi i funghi di qualunque dimensione;

i funghi cinericoli o pirofili sono quelli che si sviluppano in aree bruciate. In questi ambienti devastati dagli incendi, la cenere che rimane sul terreno altera il pH del suolo favorendo la crescita di alcune specie fungine che sopportano questi ambienti: infatti con il brusco innalzamento della tempera­tura dovuto alla presenza del fuoco, molti di questi funghi trovano le condizioni ideali che permettono la germinazione delle spore.  

i funghi necrofili sono quelli che si sviluppano su animali morti o residui degli stessi;

i funghi fimicoli o coprofili o urofili sono quelli che si sviluppano su escrementi di animali in quanto questi ultimi contengono ancora diversi composti organici da decomporre e pertanto utili.  

Tra i saprotrofi terricoli che utilizzano l’humus del terreno citiamo ad esempio l’Agaricus campestris, mentre tra i lignicoli (Fig. 2) che vivono su tronchi o ceppaie possiamo menzionare ad esempio “l’orecchione”9, il comune “pioppino”10, “l’orecchio di Giuda”11, ecc.  

I funghi parassiti12 (Fig. 2) sono quei funghi che si nutrono di sostanze organiche a spese di un organismo vivente, chiamato ospite e dal quale traggono i nutrienti. La presenza del fungo parassita danneggia il soggetto ospite e molto spesso altera la sua fisiologia fino al punto di provocarne la morte.  In natura questa azione non sempre è dannosa per l’equilibrio della natura, in quanto vengono primariamente distrutti i soggetti più deboli a vantaggio di quelli più forti.

Molto vasto è l’elenco dei funghi parassiti che sfruttano vari ospiti: infatti i funghi possono parassitare:

piante legnose, come per esempio il Laetiporus sulphureus, l’Armillaria mellea7, la Fistulina hepatica13, l’Heterobasidion annosum, l’Inonotus hispidus, ecc.;

piante erbacee, citiamo le ruggini come la Puccinia graminis che colpisce tutte le graminacee, ecc.;

altri funghi, come per esempio la Volvariella surrecta che cresce sulla Clitocybe nebularis, la Mycogone rosea sulla Amanita caesarea, le Asterophora parasitica e A. lycoperdoides su alcune specie annerenti del Genere Russula, la Psathyrella epimyces su Coprinus comatus14, l’Entoloma parasiticum sui Cantharellus del gruppo cibarius, i quasi microscopici sporofori appartenenti al Genere Spinellus15 su diverse specie del Genere Mycena, Hypomyces rosellus su numerose Polyporaceae, Hypomyces chysospermus su diverse Boletaceae, Hypomyces lateritius e H. deformans su alcune specie di russule e lattari, Hypomyces lactifluorum16 su diverse specie dei Generi Russula (con particolare preferenza per R. brevipes) e Lactarius (preferendo il L. piperatus), ecc.17;

insetti e ragni, come per esempio i funghi appartenenti al Genere Cordyceps che parassitano varie specie di formiche, ragni, coleotteri e tanti altri insetti (per le immagini, visitare il sito https://mushroaming.com/Rainforest_Cordyceps )  

I funghi simbionti18 (Fig. 2), che probabilmente costituiscono un’evoluzione del parassitismo, sono funghi che stabiliscono attraverso le ife miceliari una stretta connessione, chiamata micorrìza19, con le radichette terminali di alberi superiori, arbusti od erbe, stabilendo con esse un continuo scambio di sostanze nutritive.

La simbiosi mutualistica ha avuto in natura un clamoroso successo biologico; infatti essa si è dimostrata la strategia vincente da parte di moltissime piante (ma non tutte) nel reperire nutrimento. Come è noto molti vegetali, vivendo in foreste e boschi con suoli poveri di nutrienti e non potendo muoversi per cercare il cibo loro necessario come fanno invece gli animali, si sono adattate ad utilizzare i miceli dei funghi.

Questi ultimi funzionano praticamente da estensori dell’apparato radicale delle piante ed incrementano l’assorbimento di tutte le sostanze inorganiche necessarie al loro sostentamento e che le stesse piante, attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana, utilizzano per sintetizzare i composti organici ad elevato contenuto energetico, come ad esempio gli zuccheri od i carboidrati.

Risulta per esempio che l’assorbimento del fosforo da parte delle piante micorrizate è 3 o 4 volte maggiore rispetto a quelle che non lo sono; questo fenomeno è dovuto non solo alla capacità del fungo di estendere l’apparato radicale ma anche operare chimicamente sulle matrici inorganiche del terreno, modificando in tal modo i minerali insolubili in altri composti solubili e quindi assorbibili più facilmente.

A questo punto si evince chiaramente che con questo tipo di rapporto entrambi gli esseri (fungo e pianta) traggono immensi benefici: se da un lato il fungo fornisce la pianta di fosfati ed altri minerali, quest’ultima cede zuccheri al fungo.  

Esistono diverse forme di micorrize. Le principali sono le seguenti:

le ectomicorrize, quando il micelio del fungo avvolge le ra­dichette terminali dell’apparato radicale della pianta come una fascia, formando il mantello o micoclena. La maggior parte dei funghi basidiomiceti (come ad es. i Boleti, le Amanite, ecc.) stabilisce questo tipo di legame con le piante arboree forestali (castagni, faggi, ecc.) e non. Tra i funghi ascomiceti che stipulano associazioni ectomicorriziche non possiamo non menzionare i tartufi;

le endomicorrize, sono quelle in cui il micelio del fungo, appartenenti al Phylum Glomeromycota, penetra direttamente all'interno delle cellule epidermiche e corticali della radice. Circa l'80% delle piante, tra cui la quasi totalità delle piante erbacee, comprese molte piante orticole (pomodori, graminacee, ecc.), e tutti gli alberi da frutta formano questo tipo di simbiosi;  

le ectoendomicorrize, quando si ha sia la micoclena esternamente alla radichet­ta, sia la penetrazione intracellulare.  

Praticamente tutti i funghi simbionti, come ad esempio le amanite, i porcini, le russule, i lattari, i cantarelli e tantissimi altri20, anche quelli non commestibili, svolgono un ruolo importantissimo nella tutela e nella difesa dell’ecosistema forestale favorendo, grazie alle micorrize, la crescita delle piante, proteggendole anche da diversi tipi di stress e da numerosi organismi patogeni.

Infine l’utilizzo di piante micorrizzate nei rimboschimenti forestali, riveste una grande importanza come attività silvicola per il recupero di aree devastate da incendi o soggette a dissesti naturali oppure per un miglioramento della qualità ambientale di determinati territori montani21.

Come conclusione di questa trattazione è evidente che l’importanza di tutti i funghi in natura, compresi quelli saprotrofi e parassiti, è dovuta anche alla loro funzione caratteristica di riciclare le sostanze organiche22; infatti oltre al riciclaggio dei materiali ed alla chiusura dei cicli naturali, essi favoriscono, sia direttamente che indirettamente, la nutrizione di quasi tutte le piante.

Pertanto, se da un lato i funghi simbionti sono insostituibili per lo sviluppo e la crescita delle piante con la conseguente produzione di lignina e cellulosa, tutti i funghi saprotrofi e parassiti rivestono un ruolo fondamentale nella remineralizzazione23 di numerosi materiali naturali24 e di quelli prodotti dall’uomo artificialmente.  

Per un maggior approfondimento su questo argomento consigliamo di consultare il sito dell’A. M. B. al seguente indirizzo:

https://www.ambbresadola.it/micologia/sistema-nutrizionale